"Il segreto del Bosco Vecchio" di Dino Buzzati****
Sto facendo una cosa che di solito non faccio mai.
Vedete, pochi minuti fa ho finito di parlarvi del Bradipo, e adesso vi parlo anche de “Il segreto del Bosco Vecchio” del buon, e sottolineo buon, Buzzati. Certo, non vi aspettate che poi io schiacci “pubblica post” con data immediata, diciamo pure che magari la rece la troverete… boh, facciamo mercoledì? magari tipo che ne so, a un’ora assurda della notte, che fa tanto figo dei poveri.
Ecco, facciamo 4 e 44 dài.
Bene, una volta chiarito questo, vi dico anche che quelle quattro stelline là sopra, che ho piazzato al libro, sono quattro stelline di stima e affetto. Il libro (o racconto lungo) ne meriterebbe tre, se dobbiamo valutarlo dal punto di vista puramente narrativo. Ma il cuore vuole la sua parte, è così per tutte le arti, e allora tiè, quattro stelline al Buzzati!
Perché, questo affetto?
Beh. Vedete. Avevo cominciato a leggere, ero arrivato più o meno a quando compare il vento Matteo, che già quando un tuo personaggio è “il vento Matteo”, secondo me sei un grande; dicevo, ero arrivato più o meno lì, e mi è sorto questo pensiero, che adesso ve lo riassumo, cercando di ricordarmelo come posso. [Mari, se mi sbaglio aiutami tu che te lo mandai via sms].
Leggevo, e dalle parole di Buzzati sembrava filtrare una bontà, una pacatezza di spirito, una onorabilità e onestà, intellettuale e non, nonché una eleganza, da lasciarmi meravigliato.
Non è solo per il vento Matteo, di cui sopra, o per “il Procolo”, o per la gazza guardiana, piuttosto che per i Genî in generale, classici abitanti silvani del Bosco Vecchio. Non è solo per quello, per lo meno. Mi sono reso conto, anche se forse mi sbaglio, che è una questione di epoche, di spazi, di contorni.
Io, quella leggerezza d’animo che il Buzzati (a 29 anni, per altro) riesce a mettere in questo libro, non ce l’ho e non ce l’avrò mai. Io ho della cattiveria, della reattività, sono sempre pronto allo scontro. La meraviglia che cerco di infondere ai miei scritti è una meraviglia dalle gambe pesanti. Quella di Buzzati, invece, è una meraviglia senza gambe, che arriva volando e resta intorno.
E così, pensavo, lo capisci dalle sue parole che Dino dev’essere stata una persona buona. Non c’è scampo, non ho dubbi. Non mi sono letto la biografia, se non le note sulle pubblicazioni. So che era giornalista e non ha avuto grande fortuna, almeno inizialmente, coi romanzi. So che disegnava belle cose, come questa copertina (che non è quella del libro che ho letto, ma che qui si vedeva di più del suo acrilico su tela) o come quella bellissima della boutique del mistero.
Beh… ecco, io una persona buona non lo sono, non lo sarò mai, e ne vado anche fiero. Purtroppo.
E così, per questo ragionamento e perché, oltre a ciò, il libro ha un valore formativo per il fantastico italiano, che voglio mettergli quattro stelline. Perché non se le meriterebbe? Beh, facile.
La scrittura a tratti è un po’ acerba, sembra quasi che certi passaggi siano uniti con un salto o che ci sia qualche momento in cui si vuol dire qualcosa, ma ci si arriva veloci. Per contro ci sono frasi curatissime e un uso delle figure retoriche “da manuale”. Qui ci metto un chiasmo… qui un’anafora… robe così. Secondo me anche qui c’è un peccat(ucci)o di giovane età (narrativa). Poi magari adesso arriva qualcuno a insultarmi, ovvio, ma io certi piccoli intoppi nella lettura li ho avuti. Dal punto di vista del romanzo ci sono anche dei buchi e delle propaggini che si potevano evitare. Per esempio, ci si vuol mettere la vicenda delle processionarie che divorano i pini e il rimedio è nella natura stessa, okay, ma per la storia di Sebastiano e Benvenuto Procolo questa non c’entra una minchia 🙂 E nemmeno per caratterizzare il vento Matteo, già lungamente descritto in precedenza.
Ecco perché se mi limitassi a questo dovrei dire che non è certo un libro perfetto.
Ma come faccio a dirlo se vi sono delle cose deliziose, in mezzo? Eh sì, porcapassera, sarò io che mi faccio deliziare dalla tenerezza, ma le delizie le ho trovate. Lo so, lo so, che è un classico che voi avete letto a 14anni. Eppure io ci sono arrivato adesso e me lo sono goduto. Mi sono goduto questo dare per scontata la parte fantastica, questo non indugiare troppo, per lo meno nella prima metà di libro, a spiegare il perché e il percome i personaggi fossero venti e cornacchie parlanti, alberi/uomo, lepri e uccellini e il bosco tutto, nonostante il tema sia quello classicissimo dell’uomo vs natura, in salsa ecologista.
Ci sono le deliziose storie nelle storie, come il brigante che ha piantato gli alberi del bosco vecchio, o il vento rinchiuso nella montagna, oppure le piccole trovate, come la gazza guardiana che viene a sostituire la prima gazza guardiana, piuttosto che la guerra tra il vento Matteo e il vento Evaristo… cose così, insomma. Piccole delizie, almeno per me. O comunque cose che si faranno ricordare a lungo, come l’appellativo “Il Procolo” che dopo la lettura sarà irrimediabilmente tatuato nella vostra memoria letteraria.
Libro di formazione, dunque, che posso ammettere un po’ palloso, per i giovinotti di oggi, ma che per una lettura critica racchiude innumerevoli spunti. La vicenda dura un anno, e se qualcuno è gnurant come me, gliela riassumo in poche righe. Sebastiano Procolo, colonnello austero e cattivo, eredita il Bosco Vecchio, contenitore di parecchie magie, a cominciare dagli alberi che lo abitano, che sono creature vive. Prima vuole, avidamente, disboscare, poi uccidere il nipote, che ha ereditato più di lui. Personaggio fondamentale della storia, che aiuta a capirne il tono, è il vento Matteo, attraverso il cui soffiare si attraversano tutte le stagioni e i sentimenti.
E nella crescita del piccolo Benvenuto, che entra nel mondo degli adulti, si realizza un altro tema del romanzo, ma che è sicuramente minore rispetto a quello che intende descrivere il ciclo della vita, e che viene fornito sia dalla vita del Procolo (il vecchio) che da quella del vento Matteo. Il tempo passa, insomma, e si invecchia e si cambia. Nulla di più banale, avete ragione, tant’è che a fine libro non provate quella sensazione gaudiosa da romanzo ben riuscito. Vi è qualcosa di frettoloso, di incerto. Eppure, se proprio devo farmi raccontare dei temi classici di questa fatta, preferisco sia con un romanzo-favola pieno di magia come questo.
Il prossimo mi vorrò andare a cercare l’invasione degli orsi in Sicilia, quando lo trovo.
Noe
Io vuole questo libro, ora me lo compra!
Uuuh! Ho finalmente capito cosa sono quelle stelline che metti nei titoli wahahah!
^_^
Noe
(comunque tu non è vero che sei cattivo secondo me!).
^_^
marco
Mi manca. Strano perché sono una di quelle persone cattive che ha letto tutti i classici a 14 anni e dice sempre ma come non hai letto x y z …
gelostellato
@noe
se io non sono cattivo tu sei stronza 😀
@marco
Ecco! tu sei uno di quei maledetti che vogliono farmi sentire una merdaccia per tutti i classici che non ho ancora letto! mi pare una giusta punizione…
Vergogna!
Val.
hummm…
ma sai che
sono arrivata più o meno allo stesso punto in cui l'avevo mollato un annetto fa
e in tutta sincerità
lo mollerei di nuovo
vado avanti perchè se è piaciuto a te
facilmente piacerà anche a me
ma ora come ora…
uff…
sai cosa?
forse è proprio quella bontà d'animo
la pacatezza
la serenità che traspira dalla scrittura
a infastidirmi
mi annoia…
vabbè
ne riparleremo alla fine
🙂
gelostellato
invece secondo me non ti piacerà, ma tanto che vuoi, si legge in così poco tempo che ti fa solo che bene un pochetto di bontà 🙂
sennò diventi come il Procolo. 😀
Nick
Tu cattivo?Ma se sei tenerone e buono come un panino col SanDaniele(o il Sauris):Sono io quello cattivo che ancora non l'ho letto quindi finirò come il Procolo e senza redenzione.
A parte gli scherzi certi libri commuovono di più da adulti che da quindicenni perchè dentro si ha bisogno di commuoversi.
Se t'interessa ne hanno fatto anche un film con Villaggio nel ruolo di Procolo.
gelostellato
beh, in effetti potresti avere ragione, a 15 mi avrebbe fatto cagare 🙂
del film sapevo, di Olmi, mi pare
dicevano bello ma non mi ha mai ispirato.
Noe
Oppure tu non sei cattivo e io non sono stronza ^_^
Può capitare.
Ferruccio gianola
Possiedo la raccolta di racconti Mondadori di Buzzati e continuo a leggerla. Non ho ancora capito cosa penso di lui. A volte mi sembra un grande, a volte torno a fare le considerazione su di lui aguali a quelle degli altri autori che mi sono stati imposti a scuola. Non lo conosco questo libro:-))
PS. A volte sei cattivo, per non dire st… a volte no:-)
Nick
Saremo cattivi o st.. ma mi sa che connessi oggi ci siamo solo noi che abbiamo letto Buzzati da adulti, che non lo abbiamo letto o che non ci siamo decisi se è bello o brutto .Perfino Elvezio latita oggi…il che è tutto dire.
gelostellato
@ferru
la raccolta "la boutique del mistero"? dai è meravigliosa.
cose come i 7 messaggeri, piuttosto che il colombre o la torre Eifell o il racconto dell'ospedale sono memorabili.
@Nick
non ti preoccupare che ad agosto latiterò io 🙂
Nick
A dAgosto latiteremo tutti mi sa….
Pingback: "Barnabo delle montagne" di Dino Buzzati*** – gelostellato