"Brasarsi" di Max Cabrerana***

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"Brasarsi" di Max Cabrerana***

Come sapete da quando ho fatto la maxi spesa di libri mi sono imposto di non comprarmene di nuovi, per lo meno prima di averne smaltiti una buona parte.

E’ però da un bel po’ che non accetto un libro underground, di quelle belle raccolte di racconti che escono come opera prima di qualche buon esordiente. 
Così, quando ho avuto l’occasione, via scheletri, di recensire questo “Brasarsi” di Max Cabrerana, della Cut-Up edizioni, mi son detto “perché no?”. In fondo sono solo 150pagine e un po’ di comicità pulp, in questo periodo estivo, può farmi solo che bene, anche se so che è sempre rischioso affrontare questo genere di lavori (si rischia, di solito, di affogare in un mare di d eufonico di troppo 🙂
Ho fatto bene? Ma sì, dài! 
E’ stata una lettura gradevole e rilassante, velocissima (un pomeriggio) e con un paio di episodi davvero riusciti.
La cosa buffa, però, è che almeno tre di questi racconti li avevo già letti, e me ne ricordavo anche molto bene.
Com’è che li avevo già letti?
Beh…
Credo sia successo più o meno così: dev’essere stato più o meno tre fa, da buon neofita gironzolavo su scheletri e ovviamente, come tutti, sono stato attrattro dalla sezione di racconti v.m. 18. Ma come? devo aver pensato… esistono racconti horror con dentro le robe porche?!
(ero giovane e inesperto). Ebbene, provai a leggerne uno, così, per capire come si potessero conciliare le due cose. Ricordo ancora che lessi Bakael. Mi ispirò il titolo, strano, e il nome dell’autore, che non era un autore ma un collettivo di autori di nome Radiodiable (che però io leggevo sempre radioable, perché mi ricordava i radiohead, di cui all’epoca ero molto più appassionato). Insomma, Bakael è un racconto che ritrovate in questa antologia ed è senza dubbio un pezzo riuscito, perché se a distanza di anni solo leggere il titolo mi ha ricordato tutto il pezzo, beh… vuol dire che ci siamo. Quel che era riuscito, ricordo bene, era il finale, amaro e nero, triste, perfetto per la storia che si era narrata.
Il racconto prendeva ispirazione dall’archetipo del fornire la vita a un mix di corpi, con la differenza che la creatura, qui, era un mix di tette culi e sorrisi verticali, buono da essere utilizzato in parecchie posizioni, più e meglio di un paralume dell’Ikea. Il racconto, già alle soglie del nerofantastico, diventava surreale quando la prima persona narrante, creatore di Bakael, decideva addirittura dare una festa per la sua nuova ragazza… Siete curiosi eh? Sì, dài, il nucleo narrativo di questo pezzo è ben riuscito e si merita la lettura.
All’epoca, infatti, mi lessi anche tutti gli altri racconti di Radiodiable, e quindi, suppondo, anche quelli di Cabrerana.
Ebbene, curiosità a parte, vi posso dire che i cenni a questo racconto già contengono tutti gli ingredienti della raccolta di Max Cabrerana (pseudonimo?). Il nero e il surreale uniti a scopo comico, in sostanza; aggiungendoci un’amarezza di fondo che proviene dalla pochezza umana e dalle sue pecche. Il pezzo che apre la raccolta e quello che la chiude, per continuare a raccontarvi qualcosa, sono forse i meglio riusciti o almeno quellic che restano di più. Nel primo, il peggior nemico dell’uomo incontra il miglior amico dell’uomo, è apprezzabile la struttura, composto da una vicenda centrale (un gruppo di terroanimalisti che devastano un laboratorio per la sperimentazione su animali e liberano gli abomini ivi contenuti) e una serie di mini raccontini innescati da questi animali liberati.
Brasarsi” invece, il pezzo che dà il titolo alla raccolta, è un affresco su un gruppo di sbandati sniffatori di colla il cui protagonista, Tabularasa, si è “brasato” la faccia cadendo con lo scooter.
In mezzo tra questi due pezzi trovate un po’ di tutto: dal racconto ambientato a Paperopoli, forse un po’ scontato, alla troppo facile ironia di un incontro tra Hitler (giovane) e Freud (affermato) con le derive sessuali annesse, ai riusciti pezzi su un protagonista che per vive fa la statua e si scopre affetto da parkinson, oppure a quello che ha la morosa decerebrata dalle soap opera e diventa attore della stessa, attirando su di sè l’attenzione proprio quando meno dovrebbe. 
In tutti, comunque, ci sono stati momenti in cui mi sono divertito e mi è stato strappato un sorriso.
Poi certo, siamo ancora dalle parti di un prodotto con le d eufoniche dove non serve e qualche errore di battitura di troppo, ma tutto sommato le idee ci sono, e quando si è utilizza lo humour nero e una scrittura rapida, soprattutto in seconda persona, si raggiunge dei momenti piacevoli. 
Va preso con una gradevole indulgenza, quindi, questo “Brasarsi”, va goduto e letto con scioltezza, cosa che accade, perché l’ho letto in un pomeriggio io, figuriamoci voi che leggete più svelti. Anzi, tra le pecche, proprio per questa rapidità, c’è quella che ci sarebbero voluti almeno un paio di racconti in più, per equilibrare il prodotto editoriale, che è comunque gradevole.
Bene, ora mi tocca fare la recensione seria, che faccio sempre più fatica… mi impegnerò. 🙂
Buon Fine Settimana a tutti.

Comments

  • Anonymous
    14 Agosto 2010

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    Is this possible?

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