"L'Aleph" di J. L. Borges****

"L'Aleph" di J. L. Borges****

Oh ma lo sapete che Borges aveva tipo seimila nomi? Cioè… Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo, mica bubbole!
Ok, comunque non è dei nomi di Borges che volevo parlarvi, ma del libro. Allora, se c’è una cosa che un ignorante come può permettersi, alla facciaccia di tutte le persone colte del globo e della loro colteria, è quella di leggersi i libri dei Grandi Scrittori.
Cioè, capite, mentre quelli lì colti passano la vita a piagnucolare sul destino triste e cattivo che li ha fatti vivere in un’epoca dove la letteratura è mediocre o a malapena buona, e dove non ci sono più nomi come i Borges, gli Hemingway, i calvini, gli steinbeck, i celine, i bukowsky, i marquez, i pasolini, i buzzati, i salinger e insomma ci siamo capiti. Beh, ecco, io tutta questa bella gente la devo ancora leggere, quindi ogni tanto posso permettermi di fare rabbia ai quei cagoni dei colti leggendo, per esempio, Borges. 🙂

Il fatto è che essendo così ignorante Borges lo posso anche leggere, ma parlarne… beh, è meglio che mi limiti a farlo il meno possibile.
Ecco perché mi limiterò a quattro parole messe in croce, proprio proprio perché non si sa mai che passi da queste parti un ignorantone come me, che ancora non ha mai letto Borges, e che magari lo trova in sconto al 30% come io e si chiede se vale la pena provarci o meno.

La risposta è sì. L’Aleph, questa raccolta di 17 racconti pubblicata nel ’49, e quindi in anni in cui il vecchio continente non era certo in fase di relax, ma nemmeno l’Argentina era poi terra così tranquilla. Dicevo, nel ’49. E a leggerla adesso mi sembra davvero un qualcosa di moderno ed estremamente “alla moda” oserei dire, se solo Borges avesse voluto. Non so perché vi dico questo, ma leggendo i racconti dell’Aleph ho provato la sensazione che si prova quando ascoltate, che ne so, un vecchio disco degli Who, o dei Cream, o dei CCR o di Young e vi viene da pensare che quelle canzoni, riarrangiate e lucidate, potrebbe entrare in qualunque heavy rotation se fatte cantare da una patata bionda con tanto tettume.
Ecco, questi racconti sono un po’ così. Sono così densi che ci potresti cavare un best seller, a patto di semplificarli e diluirli ecc ecc.

Poi c’è anche un altra cosa da dire. Leggere questo Aleph è un qualcosa che mi ha fatto sentire ignorante. Ma ignorante per davvero eh. Le righe trasudano una cultura e una conoscenza che non è una ricerca fatta per il racconto, ma è come se da una conoscenza a prescindere ne discendesse, così, come una sorgente, il racconto. Quando Francisco Isidoro ecc ecc ti parla della città dell’immortalità, o dei teologi, o dell’Aleph, o della casa di Asterione… insomma, ti dà l’impressione di conoscerle direttamente e anche molto bene, quelle cose di cui parla.
Il suo mescolare fantastico e storia è pressochè perfetto. Anzi, è perfetto.
Non c’è davvero modo di riuscire a prendere un coltello e separare le nozioni fantastiche da quelle storiche. Ti rimane sotto il naso un insieme di cose che alla domanda “E questo ? Che sia successo veramente?” non riesce a dare risposta.

Poi attenzione. Tutte queste lodi non stanno lì a significare che sia un libro “facile”. Anzi, ve lo sconsiglio come libro da ombrellone. E’ un libro invernale, quindi leggetevelo d’inverno, anzi, forse meglio in autunno. Le suggestioni e i paesaggi, così come i misteri, soprattutto, che Borges apparecchia sono qualcosa che ha bisogno di pochi schiamazzi e molti colori, quindi sì, l’autunno forse è la stagione ideale. Poi se volete delle cose più colte, sul libro, in rete trovate di tutto. Abbastanza buone mi paiono le considerazioni di quelli di lankelot, che se la tirano sempre un sacco ma ci capiscono e quindi possono. Le trovate qui.

Io concludo dicendovi quali sono i racconti che mi sono piaciuti di più, che sono:
“L’immortale”, “Abenjacàn il Bojarì, ucciso nel suo labirinto”, “l’Aleph”, “la casa di Asterione” “lo Zahir”, “Emma Zunz”… poi boh, forse anche gli altri, anche se qualcuno è più debole e forse pecca di superbia.

Anzi, concludo anche con un consiglio per scrittori.
Se vi occupate di fantastico, in tutti i sensi in cui lo vogliate intendere, beh, ecco, questo libro lo dovete leggere. Il filo conduttore è un intreccio dei due elementi che compongono ogni opera che abbia a che fare con questo genere: la morte e la diversità, che sono affrontati a ogni pagina.

E ora basta parlare di libri che sennò vi vizio. Meglio che torni a leggerli

Comments

  • SiL
    28 Luglio 2009

    Pensunpo'! Ce l'ho in giro proprio in questo periodo… sto leggendo i racconti in ordine sparso. E Emma zunz mi è piaciuta proprio !

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  • 28 Luglio 2009

    Direi che essendo un ignorantone che non ha mai letto la metà degli autori che citi e men che meno Borges e che vorrei scrivere fantastico e vincere magari anche concorsi come FunCool, oggi lo vado a comprare.

    E la prossima cena davanti agli altri parleremo di Borges tirandocela come due cozze disumane a una festa di ingegneria.

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  • 28 Luglio 2009

    Borges spacca.
    "Finzioni" pwna anche più dell'Aleph.
    Yeah!

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  • 28 Luglio 2009

    Tanti nomi proprio come me? Comunque io sta roba la leggevo 1 anni fa, stai proprio indieeeeeeetro!

    Simone

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  • Roberto Orsetti
    28 Luglio 2009

    la modernità e la lucidità di borges sono due elementi che colpiscono sin dalle prime righe. io ho avuto la fortuna di poterlo leggere anche in spagnolo e garantisco che anche se con fatica, si apprezza ancora di più la sua grandezza. il paragone son la musica è calzante… la sua opera è enorme, influenza tantissimi autori anche se molti non lo riconosceranno mai. quando lo leggi a volte sembra di entrare in un labirinto, sei confuso, disperato anche, ma alla fine quando hai trovato l'uscita tutto è chiaro. lui è semplicemente fantastico.

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  • gelostellato
    28 Luglio 2009

    @Sil
    Vuè, figata, e vedrai che anche quello dei labirinti e quello di Asterione ti piaceranno, a te.
    fammicelo sapere 🙂

    @Matteo
    Comprati anche Cortazar allora, Cronopios y famas, che poi vedrai come ce la tiriamo alla grande
    Io intanto comprerò finzioni, magari poi ce li leggiamo in spagnolo, che effettivamente…

    @Luiggi
    Ochei, Finzioni subito lo piazzo nella lista dei libri che devo ricordarmi di leggere. Se ho ben capito, se L'Aleph è Sergent pepper lonely heart club band, quello che dici tu è il White Album, giusto? 😉

    @Roberto
    Figo! con il tuo commento hai davvero fatto sembrare questo post e i commenti precedenti una roba seria, e non succede quasi mai, da queste parti. 🙂

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  • 29 Luglio 2009

    L'ho letto… troppo tempo fa.
    Ora ho l'immediato desiderio di recuperare L'Aleph. Domani lo cerco nell'usato.
    Non so scherzando (per una volta): mi hai attaccato questa voglia incredibile di rileggerlo. Sei 'u mago!

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  • 29 Luglio 2009

    O forse è Borges, il mago 🙂

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  • 30 Luglio 2009

    Comprato ieri, assieme al Tenebroso di Vargas e L'ultimo vero bacio.

    Stanotte finito il licantropo (sempre di Vargas) e oggi invece di lavorare mi nascondo nella scrivania e leggo l'Aleph.
    Così me la tiro il weekend in spiaggia.

    Per lo spagnolo devo prima recuperare qualche audio corso… ma tanto è come il triestino dai…

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  • gelostellato
    30 Luglio 2009

    il tenebroso non lho letto
    ma luomo a rovescio si
    che poi anche se si indovina il colpevole dopo venti pagine o poco più
    mi è piaciuto lo stesso
    il tenebroso com'è?

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  • Gran Dux Gargaros
    2 Agosto 2009

    Leggere Borges è come entrare in un labirinto.

    Non sono d'accordo che bisognerebbe "svecchiarlo". E' bello proprio perché è vecchio.

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  • 3 Agosto 2009

    e dove sta scritta sta cosa che bisognerebbe svecchiarlo? mica ho trovato…
    mi pareva di aver detto proprio il contrario, che è quel cane che ha detto ciò 🙂
    però m'incuriosirebbe pensare a come fare… si possono svecchiare i libri? che fai, gli cambi le parole? 😉
    no no
    per carità
    che resti vecchio, che poi vecchio non è. 🙂

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