
L'inventore dei sogni di Ian McEwan***
Questo è un librettino. Nel senso di piccolo, non di inutile. Anche perché McEwan è quello di Espiazione e bla bla bla…
Il fatto è che questo librettino è caruccio, ma non certo inquietante e rocambolesco a tal punto da essere “il libro più letto e più amato di McEwan“. (Vedi quarta di copertina)
Il fatto è che è del 1994, mentre l’edizione Einaudi, post successo autore, è del 2002. Vorrà pur dire qualcosa tutto ciò?
Beh, vuol dire semplicemente che l’ultimo lavoro di McEwan, (Chesil beach) che è anche l’unico che ho letto dopo questo, è completamente diverso dalle avventure di Peter Fortune, il bambino protagonista di queste piccole storie.
Ma tagliamo corto e veniamo al dunque.
“L’inventore dei sogni”, (parere mio, eh) s’infila senza troppi problemi in quella letteratura per ragazzi che mira a farsi leggere di più dagli adulti, in quanto nasconde (o dovrebbe nascondere) numerose morali e riflessioni tra le righe delle proprie fantasie.
Operazione riuscita? Sì e no.
Sì, perché effettivamente le avventure di Peter, un bambino a metà strada tra il perverso, l’ingenuo e l’autistico, è un ragazzetto che sogna a occhi aperti (un daydreamer, come meglio rende il titolo in lingua originale) ed è un protagonista riuscito, che riesce a catturare il lettore.
No, quando si cerca una chiave di lettura più profonda di quella che merita il romanzo.
Ovvero, se volete ricercare grandi lezioni sulla diversità e sul mondo visto con occhi altrui nel sogno in cui Peter si trasforma nel suo vecchio gatto di casa e vive il suo ultimo combattimento con un altro gatto, beh, va bene, ma vi rovinate la storia.
Lo stesso dicasi quando Peter fa sparire tutta la propria famiglia con la pomata svanilina, o quando le bambole di sua sorella prendono vita e gli staccano braccia e gambe pezzo per pezzo…
Insomma, il consiglio è uno solo: godetevi questi sogni senza pippe mentali, come se foste adolescenti o anche un po’ meno, che leggono poco e si ritrovano fra le mani, sospettosi, questo libro, regalatogli da un vecchio zio barbuto. Il libro è piccolo e cominciano a leggere, per scoprire che… beh, è già finito e se lo sono goduto.
Presi in questo modo i sogni di Peter sono gradevoli. Se ci volete cercare dentro un anima piccoloprincipesca, beh, ve lo rovinate.
Ovviamente è un’opinione.
Titolo: L’inventore dei sogni
Autore: Ian McEwan
Edizioni: la malefica Einaudi (no, malefica non è la collana)
pagg. 109 – € non lo so che c’è un’etichetta sopra, BOL dice dieci euri comunque.